Una rivoluzione interrotta
Su padre Puglisi si è parlato tanto dal giorno in cui il killer Salvatore Grigoli, oggi collaboratore di giustizia, per ordine dei Graviano, i boss mafiosi di Brancaccio, con un colpo di pistola ha posto fine alla vita del sacerdote. Lo stesso killer ha contribuito, con le sue dichiarazioni rese ai magistrati, a chiarire la dinamica dell'omicidio. Da allora in tanti sono scesi in campo per ricordarlo; in tanti si sono impegnati a continuare lopera di padre Puglisi interrotta dalla mafia. Però, alcuni personaggi appartenenti alle istituzioni civili e religiose, che avevano il dovere e la possibilità di mantenere quel corpo e quello spirito che era stato capace, lì a Brancaccio, di stimolare e svegliare la coscienza della gente, hanno preferito rimuoverlo, isolando quelle persone volute dal prete e che con il prete avevano lavorato intensamente: il Comitato Intercondominiale, le Sorelle dei Poveri e i più stretti collaboratori nelle attività del Centro "Padre Nostro" e della parrocchia. Con loro, padre Puglisi aveva concordato e condiviso un impegno indirizzato ad eliminare il disagio sociale di un quartiere fortemente condizionato dal potere politico-mafioso e a creare iniziative non occasionali o casuali, ma un'attività quotidiana che portava la gente del luogo ad interessarsi dei meno fortunati del luogo. |
(Nella foto padre Puglisi alcuni giorni prima della sua morte)
Non hanno rispettato la volontà del sacerdote !
Questo sodalizio di impegno civile e religioso non ha mai cercato la mediazione dei partiti o di personaggi "ntisi" (che si fanno ascoltare con qualsiasi mezzo). Quando sono stati chiesti i servizi per rendere Brancaccio vivibile padre Puglisi e il Comitato Intercondominiale si sono rivolti agli enti istituzionalmente preposti.
Il Comitato Intercondominiale, per il fatto stesso di essere composto da abitanti che vivevano i problemi del quartiere, aveva linteresse e la forza di volontà di non indietreggiare di fronte ai possibili rischi, per portare fino in fondo le iniziative per il recupero dell'ambiente. Pertanto, dopo i primi impegni, questo gruppo si è ritrovato ad avere un rapporto continuo, credibile, solidale e partecipativo con i diversi condomìni e famiglie di quella zona di Brancaccio.
Un modo di operare che ha convinto molti a rivolgersi alla parrocchia e al Comitato Intercondominiale, e non piu` ai politici locali, per essere aiutati concretamente nel fare valere nei confronti degli enti istituzionali quanto spetta di diritto in un territorio dove è un fatto tacitamente accettato che "non si fa niente per niente".
Oggi, mi chiedo, cosa è rimasto del lavoro svolto da padre Puglisi e dai suoi amici ? Di quei piccoli e graduali passi che si stavano facendo per tentare di cambiare interiormente la gente, attraverso la testimonianza di vita offerta da un sacerdote, che non restava sotto l'ombra del campanile, e dai suoi collaboratori ? Che atmosfera si respira, oggi, in quellambiente dove ha operato padre Puglisi e il Comitato Intercondominiale ? Come allora la gente è alimentata dalla speranza di potere costruire lì a Brancaccio un avvenire migliore ? La paura e` un ricordo del passato oppure continua ad essere presente nel cuore della gente ? Le persone, dopo un primo momento che sembrava indurre alla speranza, forse sono tornate ad essere fataliste e a credere che e meglio farsi i fatti propri ? Non si percepisce che gli arroganti, i prepotenti, i furbi siano tornati a profittare e a godere della fiducia di chi vive in condizioni di estremo bisogno, mentre la gente onesta e coloro che avevano trovato la forza per battersi per l'affermazione della legalità e della giustizia si sentono dei "don Chisciotte", di essere stati illusi ? Che opinione si ha oggi a Brancaccio delle istituzioni civili e religiose che si erano fatte carico di un impegno difficile: il riscatto sociale e morale del quartiere. Per favorire il raggiungimento di questo difficile obiettivo quali metodi ed iniziative sono state condotte, in coerenza con le parole "continuare l'opera di padre Puglisi" ?
Per comprendere se davvero è stata continuata l'opera di padre Puglisi, per avere una risposta a tutte queste domande è sufficiente andare in quel luogo dove si sono impegnati il sacerdote e il suo Comitato Intercondominiale e parlare con la gente comune. Le risposte ai nostri dubbi non le possiamo avere attraverso la propaganda e i mass-media.
Questo sito vuole essere un contributo alla chiarezza, e per questo motivo che è stato arricchito con vari argomenti (link) che intendono fare conoscere la figura di padre Puglisi attraverso coloro che sono stati i diretti testimoni.
Non è di un eroe, e quindi di una figura inimitabile, che parliamo nella testimonianza "Noi a Brancaccio" (il testo completo in formato .pdf è raggiungibile tramite link posizionato all'inizio della homepage nel lato destro) ma di un prete normale e di cittadini normali, che possono essere, così come voleva padre Puglisi, un modello di impegno civile e religioso.